lunedì 25 aprile 2011

Lapide ad ignominia

Lo avrai
camerata Kesselring
il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi.
Non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non colla terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non colla neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non colla primavera di queste valli
che ti videro fuggire.
Ma soltanto col silenzio dei torturati
più duro d'ogni macigno
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si adunarono
per dignità e non per odio
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore del mondo.
Su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre
RESISTENZA

Piero Calamandrei

 

mercoledì 20 aprile 2011

Delicious (Assignment 4)

Quando ho letto per la prima volta il testo dell'Assignment 4 ho pensato che un servizio come quello offerto da  Delicious fosse abbastanza inutile. 

In fondo, io utilizzo sempre lo stesso computer e i miei Preferiti se ne stanno là belli comodi nella loro barra!

Beh...ultimamente ho avuto dei disguidi con il mio buon caro vecchio router, che carinamente riufiutava di accendersi, o comuqnue, anche se lo faceva, non si faceva trovare!
(e non si facevano trovare nemmeno reti wireless non protette, da cui scroccare una connessione!)

In questo modo ho molto rivalutato l'utilità di Delicious.
(Chi non cambia mai la propria opinione ha il dovere assoluto di essere sicuro di aver giudicato bene sin da principio, diceva Jane Austen)

In fondo, se quel simpaticone del mio router continua a farmi questi scherzetti, dovrò usare un computer diverso dal mio e i Bookmarks online possono rappresentare un buon modo per velocizzare la pratica.
Così è nata anche la mia lista di Bookmarks!

sabato 16 aprile 2011

Un ospedale...accogliente!

Ai TG e sui giornali si sente e si legge spesso di casi di malasanità.
 
Si sa, l'ordinario non fa notizia.
 
Perchè un fatto possa essere riportato sulla stampa deve essere qualcosa di diverso da quello che ognuno si aspetta.
E questa necessità giornalistica porta inevitabilmente a parlare dell'ospedale come un luogo in cui i medici, gli infermieri e gli altri operatori non fanno il loro dovere.
 
Certo, ci sono anche quelli...

ma oggi voglio riportare la commovente lettera di uomo, che ha scritto ad un giornale web per raccontare la sua esperienza positiva all'interno del Pronto Soccorso dell'ospedale San Giuseppe di Empoli.
 
Eccola qua:

“Volevo ringraziare di cuore il personale del pronto soccorso di Empoli dove sono stato spesso nelle ultime settimane per la lunga agonia di mio padre. Sono vedovo da un anno con due bambine dopo la perdita di mia moglie per una brutta malattia. Il pronto soccorso viene spesso criticato per il sovraffollamento, ma devo dire che il personale, soprattutto le ragazze dell'accoglienza, in particolare la signora Anna Lisa, sempre sorridente,solidale con noi familiari, disponibile a tutte le richieste delle persone, ci ha dato un grande sostegno anche psicologico. Ringrazio ovviamente anche i medici e gli infermieri.
Ho girato vari ospedale ma quello di Empoli ha messo a disposizione dei cittadini diverse figure che si intersecano tra di esse per venirci incontro. Il mio dolore dopo la perdita di mio padre è grande, devo ringraziare di cuore anche il cappellano dell’'ospedale che ci ha confortati fino che al decesso del mio babbo standomi accanto fino a notte fonda. Sicuramente il mio periodo è stato tortuoso, ma porterò nel cuore sempre queste persone che hanno messo a disposizione grande serietà e professionalità.

Anche le mie bambine, quando ho citato più volte l'ospedale hanno sempre il ricordo e fanno sempre riferimento alla signora con la giacca rossa che le ha fatte disegnare, le ha guardate, ha dato loro da bere e mangiare, ma soprattutto le ha donato serenità e dolcezza.

Ringraziamo di cuore"

Stefano, Alice e Alessia

Fonte: Gonews.it

venerdì 15 aprile 2011

Spippolando Spippolando

Avevo circa dieci anni quando mi hanno diagnosticato la Dermatite Atopica.


Questa è una malattia della pelle per cui non esiste una cura definitiva; sono solo stati scoperti alcuni trattamenti da mettere in atto per diminuire e alleviare i sintomi, quando essi diventano conclamati.
Sono stata visitata da decine e decine di dermatologi e tutti se ne uscivano con i loro paroloni e si mettevano a scrivere paccate di ricette per creme, cremine, cremette...qualcuna utile davvero, qualcun'altra che alla lunga mi ha fatto peggiorare ancora di più!

Fatto sta che nessuno mai mi ha spiegato per bene cosa fosse la dermatite atopica.

Oggi ho aperto PubMed e ho scritto nella barra di ricerca "atopic dermatitis"
Quello che mi sono trovata di fronte sono 15891 risultati di pagine che parlano della mia malattia: di cosa è, come si tratta. Ho persino scoperto che ogni tre anni dermatologi e addetti ai lavori si ritrovano per rendere partecipi gli uni gli altri dei risultati delle loro ricerche riguardo alla dermatite atopica.
Così, ho finalmente scoperto qualcosa in più sulla medicina e, cosa ancora più importante, su di me!
Grazie PubMed


mercoledì 6 aprile 2011

Personal Learning Environment (alias Assignment 3)

Quando ho letto per la prima volta l’espressione Personal Learning Environment ho subito avuto un sussulto. Letteralmente significa “Ambiente Personale di Apprendimento”.

PERSONALE.

Personale vuol dire che sei tu che decidi cosa imparare, come imparare e quali strumenti utilizzare per farlo. E questo è fantastico, ma porta con sé alcune problematiche, soprattutto per quanto riguarda gli strumenti.  Oggi possiamo ritenerci fortunati da questo punto di vista, perché abbiamo internet, grazie al quale con un solo click riusciamo a trovare milioni informazioni riguardo ad un argomento che ci interessa in modo particolare.
Personalmente credo, però, che internet possa essere un’arma a doppio taglio.
Mi spiego meglio.
Se è vero che esso rappresenta una fonte inesauribile di notizie ed informazioni, è tuttavia altrettanto vero che proprio questa ampia disponibilità di informazioni può essere una trappola per un utente impreparato. Internet, infatti, è pieno di persone che ti vomitano addosso la loro verità e se il lettore non è attento…beh…è possibile che prenda fischi per fiaschi.
Io mi ritengo molto fortunata perché nei miei studi sono stata affiancata da persone che, oltre a fare i professori in senso stretto, mi hanno insegnato anche a dubitare di tutto, persino di loro (dopotutto sono persone e come tali possono sbagliare!). Dubitare non vuol dire essere scettici e non credere a niente e a nessuno; significa piuttosto essere critici e chiedersi se è davvero possibile che una cosa sia nel modo in cui te la stanno presentando, ma soprattutto significa riuscire ad elaborare un pensiero personale che sia libero da qualsiasi tipo di condizionamento esterno, ma dipenda solo e soltanto dalla visione personale del soggetto, la quale a sua volta deriva dal suo PLE.
Credo inoltre che ci sia un altro grosso rischio legato a “le magnifiche sorti e progressive”: perdere di vista l’ambiente che si trova al di là della rete.

Sì, internet ti permette di stare in contatto con persone che sono lontane e/o che non hai la possibilità di vedere spesso,
ma non bisogna dimenticarsi del fattore “umano” dei rapporti interpersonali: uno sguardo, una carezza, un sorriso non potranno mai competere con una emoticon!

Sì, internet ti permette di avere notizie su personaggi storici e di leggere gli scritti di autori passati, ma quanto è bello l’odore dei libri vecchi!

Sì, internet ti permette di vedere foto di paesaggi bellissimi,
ma stare nella natura è altro: gli odori e le sensazioni che suscita lo stare in mezzo al verde non potranno mai essere riprodotti attraverso lo schermo di un pc!

La mia conclusione, del tutto personale e criticabile, è che internet sia un fantastico modo per costruire un PLE, ma solo se USATO CON MODERAZIONE e affiancato alla “realtà”.